Anche per oggi non si muore – Lo strano caso del “Signor G”

con Stefano Orlandi
Massimo Betti – chitarra
Stefano Fascioli – contrabbasso
regia Omar Nedjari
scene e costumi Maria Paola Di Francesco
produzione ATIR
si ringrazia la Fondazione Claudia Lombardi per il Teatro

PRESENTAZIONERASSEGNA STAMPATRAILER

Era l’autunno del 1970 quando, sul palco di un teatro della provincia milanese, veniva alla luce (dei proiettori): il Signor G.
Ma chi è il Signor G?
Nato dalla mente e dal corpo di Giorgio Gaber, con l’aiuto della penna di Sandro Luporini, il Signor G è un uomo qualunque; un piccolo borghese, che nasce, lavora, si innamora, si diverte e poi (forse) muore.
Un uomo del nostro tempo, pieno di contraddizioni e di ripensamenti, di slanci e di frustrazioni, di lucide intuizioni e di luoghi comuni.
Un uomo che quanto più soffre tanto più è cosciente di non saper reagire alle regole di un mondo che lo imprigiona; ma ciononostante, spesso annaspando, si sforza di trovare un senso a questo suo vivere.

“…. ammettere la propria sconfitta è indispensabile per poter ripartire con maggiore chiarezza e con nuovi slanci vitali. Sandro e io abbiamo fiducia illimitata nelle potenziali risorse dell’individuo e questa potrebbe essere la nostra fede. Laica, naturalmente.” (G.G.)

Quella del Signor G potrebbe essere la storia di ognuno di noi. Raccontarla è anche un pretesto per guardarci dentro e per riflettere sulla società in cui viviamo.
Lo spettacolo ripercorre oltre trent’anni di canzoni e monologhi che Gaber ha portato in scena nel suo “teatro-canzone”.
Tre decenni di parole e musica che hanno raccontato, senza sconti o compromessi, le trasformazioni della società e dei sentimenti collettivi, le preoccupazioni e i sogni degli individui, esaminando e stigmatizzando i vizi e gli umori di tutta la società.
Gaber è stato capace di raccontate, con graffiante ironia, di uomini disperati, tragicamente comici, ritratto di come siamo, coi nostri tic, i nostri modi di fare, le nostre manie. Ha saputo guardare il mondo ironizzando e allo stesso tempo sgomentando.
Monologhi e ballate che raccontano il compromesso, la miseria ma anche il ridicolo nel quale, anche oggi, galleggiamo beatamente.
Ideato e proposto da Stefano Orlandi, affiancato (non solo in qualità di musicisti) da Massimo Betti alla chitarra e Stefano Fascioli al contrabbasso con la regia di Omar Nedjari che ha collaborato anche alla drammaturgia, ANCHE PER OGGI NON SI MUORE” racconta una storia unitaria ripercorrendo tutte le tappe principali della produzione gaberiana e vuole essere un omaggio al grande artista milanese, a quasi vent’anni dalla morte e a oltre cinquant’anni dalla scelta di lasciare definitivamente la TV per portare le sue riflessioni in parole e musica esclusivamente in teatro.
E proprio dal teatro siamo voluti ripartire.
Ci siamo immaginati un “Signor G” che, orfano del suo autore (come uno dei sei personaggi di Pirandello), decida di porre fine a questa sua esistenza di fantasma; ma, per uno strano scherzo del destino, dovrà farlo proprio lì dove oltre cinquant’anni prima è nato, ovvero su un palcoscenico e dopo aver riraccontato a un pubblico la sua storia.
Si aggira pertanto per i teatri, ovunque si stia tenendo una rappresentazione, con l’intenzione di intromettersi e di portare a termine il proprio proposito. Ma ogni tentativo fallisce miseramente; viene cacciato prima ancora di poter cominciare a raccontare.
Questa volta capita in un teatro dove sta per iniziare un concerto di musica contemporanea e finalmente sembra essere la volta buona…
Il finale, in perfetto stile gaberiano, ribalta però le prospettive e parafrasando uno spettacolo del 1974 anche questa volta si dovrà dire “anche per oggi non si… muore”.
Al “Signor G” non resterà che uscire dal teatro e ritornare nella strada, perché:

“La strada è l’unica salvezza.
C’è solo la voglia, il bisogno di uscire
di esporsi nella strada, nella piazza.
Bisogna ritornare nella strada
nella strada per conoscere chi siamo”

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