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Alice, cara grazia
13 Dicembre 2015 @ 20:45 - 22:00
regia e drammaturgia di Filippo Renda | con Valentina Picello | scene e costumi Eleonora Rossi | da Dario Fo, Franca Rame, Patrizia Valduga
PRESENTAZIONE
Alice, cara grazia è un atto monologato in cui Alice (una donna, non un personaggio fiabesco), dialoga con se stessa e con una serie di personaggi, animati e inanimati, forse della sua fantasia. Durante questo dialogo, Alice, cerca di trovare la propria collocazione all’interno del mondo sociale che la circonda; uno di questi personaggi, un animale (in tutti i sensi), la nota, nota la sua fragile ingenuità, unita ad una superba e sfacciata voglia di esistere. Proprio per questo le proporrà di entrare nel paese dello Spettacolo. Ma questa avventura favolosa si rivelerà un incubo reale.
In questo caso Alice rappresenta La Donna, l’essere femminile in tutta la sua ingenuità, la sua sessualità, la sua voglia di affermazione (sul mondo, non solamente sul maschio).
Questa serie di comportamenti, di attitudini, la porta spesso a diventare, nello stesso tempo, vittima e carnefice di sé stessa, in una sorta di sconsiderato masochismo, che ha come fine l’attuazione del desiderio intimo e necessario di essere guardati. Ma, proprio perché “Alice”, non si tratta di un masochismo, né tantomeno di una narrazione, vittimista: anzi, questo di “avere gli occhi addosso”, non è un desiderio effimero, frivolo; trattasi di un sentimento primitivo e, quindi, sincero, profondo e necessario.
Starà ad Alice dimostrare la sua buona fede, starà a lei trasformarlo in una pratica benefica e salvifica, allontanando (e condannando) in questo modo le sporche e viscide mani degli approfittatori e degli sfruttatori.
Detto questo, l’obiettivo principale della messa in scena, non sarà quello di riprodurre una grigia e retorica filippica sui disagi sociali del gentil sesso. La volontà è piuttosto quella di esaltare la forza propulsiva tipica femminile, attraverso una storia che possa sottolineare i tratti patetici, e ridicoli di quegli uomini che, fingendosi protettori, si rivelano soltanto squallide piovre.
In questo caso Alice rappresenta La Donna, l’essere femminile in tutta la sua ingenuità, la sua sessualità, la sua voglia di affermazione (sul mondo, non solamente sul maschio).
Questa serie di comportamenti, di attitudini, la porta spesso a diventare, nello stesso tempo, vittima e carnefice di sé stessa, in una sorta di sconsiderato masochismo, che ha come fine l’attuazione del desiderio intimo e necessario di essere guardati. Ma, proprio perché “Alice”, non si tratta di un masochismo, né tantomeno di una narrazione, vittimista: anzi, questo di “avere gli occhi addosso”, non è un desiderio effimero, frivolo; trattasi di un sentimento primitivo e, quindi, sincero, profondo e necessario.
Starà ad Alice dimostrare la sua buona fede, starà a lei trasformarlo in una pratica benefica e salvifica, allontanando (e condannando) in questo modo le sporche e viscide mani degli approfittatori e degli sfruttatori.
Detto questo, l’obiettivo principale della messa in scena, non sarà quello di riprodurre una grigia e retorica filippica sui disagi sociali del gentil sesso. La volontà è piuttosto quella di esaltare la forza propulsiva tipica femminile, attraverso una storia che possa sottolineare i tratti patetici, e ridicoli di quegli uomini che, fingendosi protettori, si rivelano soltanto squallide piovre.
ORARI SPETTACOLI martedì/giovedì e venerdì ore 20.45,
mercoledì e sabato ore 19.30, domenica ore 16.00
PREZZI intero € 18/ ridotto convenzioni: € 15/ ridotto under 26: € 12
ridotto over 65, scuole e università € 8,50
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