“CIAO!”
Dover “chiudere” il Teatro Ringhiera è doloroso, molto doloroso. Non soltanto per noi dell’ATIR, che l’abbiamo gestito per dieci anni, ma anche per tutte quelle persone che nel tempo hanno saputo e voluto costruire con noi una comunità partecipe e sodale.
Dal 3 Ottobre la sala non sarà più utilizzabile a causa di “problemi strutturali” dell’edificio comunale, non gravi, ma tali da richiedere lavori di ripristino e ristrutturazione.
Di fronte a questo, non si può fare altro che collaborare con istituzioni e privati perché i lavori vengano fatti al meglio e nel più breve tempo possibile.
E’ nostro desiderio che il Ringhiera torni a respirare più forte e bello che mai.
Certo, le incognite sono molte, il futuro è incerto, tuttavia abbiamo imparato a “navigare” tra le avversità fin da quando ci siamo imbarcati nell’ardua impresa di gestire questo teatro di confine, sito in un luogo “complesso” come Piazza Fabio Chiesa.
In fondo rispondere con creatività e allegria ai dardi della sfortuna, significa ribadire fino all’ultimo la propria vitalità.
E noi siamo vivi, su questo non c’è dubbio. Idealisti, sempre, mai ideologici.
Non ha senso deprimersi, niente inutili sconforti o rancori, proviamo semplicemente ad andare avanti, tutti insieme.
Questi eventi possono essere lo spunto per un nuovo traguardo, un rilancio, una morte e una rinascita, in una parola, molto cara al nuovo slang, un “upgrade”.
Siamo nati più di vent’anni fa come compagnia, eravamo solo un gruppo di ragazzi che amava il teatro, poi abbiamo preso una casa e l’abbiamo abitata per dieci anni, investendoci energie, sogni e denari, adesso cosa succederà? Dove andremo mentre la sala resterà inagibile?
Stiamo provando a rispondere a questi interrogativi.
Intanto cominciamo dall’immediato futuro.
Settembre sarà un mese di festeggiamenti che culmineranno in un grande evento finale per dire tutti insieme “Ciao!” al Ringhiera.
Avremo Maria Amelia Monti che ci regalerà il suo spettacolo sul tema dell’adozione, avremo Tindaro col suo Antropolaroid, le parole e le canzoni di Guccini ripercorse da Stefano Orlandi e il suo ensemble musicale e avremo Atir High School, spettacolo esito di uno dei molti corsi di teatro integrato. Quattro modi per salutare il Ringhiera, quattro respiri artistici che da sempre compongono quel variegato puzzle “nazional-popolare” che ha reso il Ringhiera lo spazio speciale e unico che noi tutti conosciamo.
Per finire, la notte bianca di sabato 30 settembre: “In tenda!”. Si tratta di un grande evento no-stop, dal sabato pomeriggio alla domenica mattina, che si svolgerà non solo in sala ma anche su piazza Fabio Chiesa e in altri spazi adiacenti.
Quanto ci sta accadendo è troppo importante per non accompagnarsi a qualcosa di “straordinario”.
La “sala” chiude i battenti dal 3 ottobre, ci vuole qualcosa di forte, qualcosa di indimenticabile, come fu “I fiori del mare del Nord” per salutare Fabio.
Vi chiediamo di portare la tenda (e sacchi a pelo), di venire al Ringhiera e di montarla sul piazzale per una notte.
Un gesto di partecipazione forte e di impatto artistico notevolissimo.
Mentre vi scrivo, già mi emoziono: ma ve la immaginate la piazza piena di igloo e tende canadesi? Non è bellissima?
Noi apriremo le danze alle 18 con la balera a cielo aperto, proseguiremo alle 21 con una serata di frammenti di spettacoli che sono passati al Ringhiera nel corso dei dieci anni e interventi di colleghi, attori, registi, scenografi, felici di venire a dare il proprio saluto. Alle 24 presenteremo in assoluta anteprima “Le allegre comari di Windsor”, tratto dall’omonimo testo di Shakespeare, prodotto dal Teatro Bellini di Napoli. Lo spettacolo vede impegnate le nuove leve di ATIR e la mia regia. A seguire vi offriremo un risotto e daremo il via al dj set. Per chi avrà la forza e la volontà di resistere – e io spero di cuore che sarete in tanti, tantissimi – ecco l’ultima pazzia con la quale andremo a chiudere la nostra notte bianca: alle ore 6, sul far dell’alba, tutti i soci storici saluteranno il Ringhiera con “Come un cammello sulla grondaia”, libero montaggio di testi, canzoni, poesie e danze liberamente tratto dalle Lettere dei condannati a morte della resistenza europea, antico e quanto mai amato cavallo di battaglia della compagnia.
A questo punto si sarà fatto giorno, usciremo sulla piazza e faremo colazione con cappuccio e brioche, contemplando insieme “il ciel dell’avvenir”.
E’ importante esserci e so che ci sarete, numerosi e vitali come sempre!
Serena Sinigaglia