Antigone
regia di Gigi Dall’Aglio
traduzione e adattamento a cura di Maddalena Giovannelli
in collaborazione con Alice Patrioli e Nicola Fogazzi
con Aram Kian, Carla Manzon, Stefano Orlandi, Francesca Porrini, David Remondini, Arianna Scommegna, Sandra Zoccolan
scene Emanuela Dall’Aglio, Federica Pellati
costumi Katarina Vukcevic
assistente ai costumi Riccardo Filograna
supervisione artistica alle scene e ai costumi Emanuela Dall’Aglio
assistenti alla regia Fabiana Sapia, Giada Ulivi
luci Giancarlo Salvatori
produzione ATIR Teatro Ringhiera
fotografie di Serena Serrani
Qualcun altro (e sono in molti) afferma che della politica non gli importa nulla: tutti uguali, tutti corrotti e chi non lo è, lo diventerà molto presto.
A noi, invece, importa molto. Importa riaffermare in ogni istante un gesto culturale che sappia farsi “politico”.
Ecco perché abbiamo deciso di affrontare l’Antigone di Sofocle e di affidarla a Gigi Dall’Aglio.
Gigi Dall’Aglio perché è un maestro, e questo già basta. E’ uno degli incontri più significativi della nostra formazione personale ed artistica.
Antigone perché racchiude dentro di sé tutto il dolore, tutta la contraddizione, tutte le domande (e le speranze) che si sono riversate su di noi all’indomani della decisione comunale di chiudere il Teatro Ringhiera. Era come trovarsi di fronte al corpo di Polinice. Un teatro viene chiuso per ragioni di sicurezza: ma un teatro chiuso è un “corpo” morto abbandonato al degrado del tempo.
Dimensione privata e dimensione pubblica in Antigone coincidono e la posta in gioco è altissima: l’inviolabilità di un corpo. Scegliere Antigone e affidarla ad un grande regista significa andare a nutrire la propria coscienza politica, diventare un po’ più consapevoli e dunque meno inermi o manipolabili.”
[Serena Sinigaglia]
Il senso contemporaneo di Antigone sta nella natura e nella forma dialettica del confronto. Non è un confronto tra posizioni di potere. Antigone non offre una soluzione politica alternativa a Creonte, ma è l’annuncio che una tesi politica, maturata nelle regole del pensiero, ed espressa attraverso la sacralità della parola nel momento in cui prende forma nella polis, scopre che la sua compiutezza si manifesta solo grazie alle sue aporie.
Cosa posso chiedere agli attori, alla musica, alla scrittura scenica se non di concorrere, ciascuno con la quota politica che gli compete per rivelare proprio l’origine di questo dibattito che arriva fino a noi ancora irrisolto?
E’ un dibattito sul bisogno devastante degli umani di aggregarsi, di lottare, confrontarsi e di scegliere il proprio destino.
Il miracolo è che questo confronto serrato, quando fu creato per il Teatro più di duemila anni fa, veniva proposto proprio nel momento storico un cui la società che lo ha espresso, dibatteva le tecniche del pensiero, le turbative risposte della filosofia, i meccanismi della dialettica e le forme sociali e politiche del convivere.
Sulla scena oggi viene accolta la responsabilità di chi la abita, purché compia lo sforzo di riconoscersi nella parola originaria e di portarla con semplicità e chiarezza al potenziale che quella parola può ancora offrirci quando ci illumina sulla durezza e sull’ambiguità delle prove cui tuttora siamo chiamati.
Con Antigone gli attori possono veramente vivere la consapevolezza che il Teatro si presenta come farmaco contro le tentazioni arroganti che si stabiliscono nel confronto fra regole e tradizione, tra realtà e irrealtà, tra democrazia e altro.
[Gigi Dall’Aglio]
“Arianna Scommegna è un’Antigone tesa e dolente, ruvida, a tratti dolcissima per come cerca la ferita umana nell’altezza siderale del mito – laRepubblica”
“Un allestimento memorabile, con momenti di esaltante intensità e bellezza. Le antinomie e le opposizioni sofoclee ci sono tutte, con maggiori insistenze su alcuni aspetti drammaturgici. E’ così che Antigone diventa un simbolo. Un’eroina, grande, maestosa eppure dolce e determinata. Applausi deliranti per tutti i generosi, intensi e bravissimi interpreti – lospettacoliere.it”
“L’allestimento di Atir – Teatro Ringhiera è stato bellissimo; il regista Gigi Dall’Aglio ha curato tempi e ritmi in maniera impeccabile, ha trovato una soluzione ottima per gli interventi del “coro”, la scenografia è risultata essenziale, attuale e convincente. Si è trattata di una rappresentazione di valore che meritava di stare in cartellone per più giorni – Bergamo Post”
“L’atmosfera tesa e incalzante cui si muovono Antigone e i suoi è resa tramite un bel gioco di luci e di colori, che dai toni neutri della scena iniziale e dei costumi virano lentamente sul rosso cupo, colore del sangue e del vestito di Antigone e sul nero; pregevole è anche il lavoro d’impostazione vocale e sulla musicalità. Gli interpreti in scena sono autori di una performance intensa e toccante, che fa leva sulla contemporaneità dei temi di Angone in modo sufficiente per dialogare con il pubblico senza snaturare la forza dell’impostazione di una tragedia – Saltinaria.it”
“L’Antigone di Gigi Dall’Aglio andata in scena al Teatro Sociale in prima nazionale nell’ambito della stagione di AltriPercorsi della Fondazione Teatro Donizetti è salutata a un vero e proprio tripudio del pubblico; si è rilevato spettacolo tonitruante che ha saputo catturare l’attenzione del pubblico con una messa in scena pop della tragedia mantenendo una fedeltà con il testo originale – L’Eco di Bergamo”
Rassegna stampa completa :
laRepubblica, Sara Chiappori, 25 gennaio 2019
l’Eco di Bergamo, 19 gennaio 2019
Saltinaria.it, 27 gennaio 2019
La Lettura, 27 gennaio 2019
Bergamo Post, 25 gennaio 2019
Il Giorno, 25 gennaio 2019
lospettacoliere.it, 23 gennaio 2019
wsimag.com, 22 gennaio 2019