Il ritratto della salute
di Mattia Fabris e Chiara Stoppa | regia Mattia Fabris | con Chiara Stoppa | produzione ATIR Teatro Ringhiera
ph Serena Serrani
E sono qui per questo. Dopo la mia guarigione, la gente mi cercava. Amici e sconosciuti. Mi chiamavano. Volevano sapere. Conoscere la mia storia. Che non è molto diversa da quella di altri. Ma unica in quanto personale.
Ho incontrato molte persone. Ho parlato con loro. Ai tavolini di un bar. Per strada. Al parco. Parlavo. Raccontavo. Di me. Con la difficoltà di ripetere ogni volta la mia storia. Ma intravedendo negli occhi degli altri la luce della speranza. Si sentivano capiti, protetti, ascoltati.
E così ogni volta che mi cercavano, ripetevo, parlavo, raccontavo. Ma non è poi questo il mio lavoro? Faccio l’attrice. Racconto e faccio vivere ogni volta una storia. Questa volta è semplicemente la mia storia. Il problema di scriverla è stato superato aspettando la persona giusta. Mattia Fabris, amico e compagno della compagnia ATIR mi lesse alcune cose scritte da lui. Belle. Divertenti. Mi accendevano la fantasia. Gli parlai e accettò questa sfida. Darmi una voce scritta. Capire come raccontare e cosa raccontare della mia storia. Che vuole parlare a tutti. Scriverla per portarla in giro con me. Incontrare le persone. Tramite il teatro, che è il tempio dell’incontro. Nessun elisir di lunga vita, nessuna formula magica. Solo una ragazza di 25 anni che affronta una malattia. E quando le dicono che sta per morire decide di affrontare sé stessa.
La malattia come passaggio. Come un viaggio in una terra lontana. Un viaggio dal quale a volte si torna indietro. Almeno per me è stato così e, come scrive Carver in una sua poesia: “…è che te ne sono grata, capisci? E te lo volevo dire.”
DURATA: 75 minuti
“La capacità di ridere delle proprie debolezze e di descrivere con divertito affetto quelle di familiari e colleghi, la forza di prendere coscienza della propria malattia e, soprattutto la lucidità di ascoltare il proprio corpo, riprendendone possesso e avviandosi così lentamente sul cammino della guarigione: c’è tutto questo nello spettacolo di Chiara. Un gioco di specchi e rimandi fra la donne e l’attrice che, turbinoso e coinvolgente, ci commuove e, in qualche modo, ci cura.”
Laura Bevione, Hystrio
“Un giorno Chiara è venuta a trovarmi. Si è seduta sul mio letto e mi ha recitato il suo “Ritratto della salute”. Una tragica esperienza personale in un monologo che, con una comicità disarmante, ci infligge una profonda e sobria commozione. Questa ragazza coraggiosa è un autore di teatro”.
Franca Valeri
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